Masunaga nel Paese dei Quanti
Masunaga nel Paese dei Quanti
Vorrei riprendere alcuni particolari aspetti del parallelismo teorico tra Fisica Quantistica e Shiatsu, accennati nel mio articolo “Shiatsu e Fisica quantistica“, pubblicato sul numero invernale del 1999 della rivista della Federazione inglese di Shiatsu. In particolare vorrei motivare l’uso di un modello ondulatorio quantistico applicato al sistema di Masunaga. In questo modello il meridiano non è più un canale con una precisa reperibilità sul corpo umano , che collega punti con specifiche proprietà e l’attenzione non è più rivolta a definire uno stato, di salute o di malattia. A mio parere per comprendere il vero significato del sistema Masunaga bisogna usare un’ottica quantistica, ove i concetti di energia e materia non sono separati ma sono valori tra loro legati, ove non ci sono valori assoluti, i parametri di spazio e tempo stessi sono relativi al sistema di osservazione, ove il mondo viene percepito in continuo mutamento. Questi sono gli aspetti di shiatsu che in specifico trovano risposta grazie alla teoria/visione quantistica:
- Corpo fisico e meridiani sono parte di una stessa realtà ( illusoria.)
- I meridiani che “io” trovo con la mia diagnosi di hara sono diversi da quelli che “tu” trovi perchè “l’ osservatore” è parte del fenomeno osservato
- Non analizziamo stati ma movimenti di vita . Il mondo è un intreccio di campi di vibrazioni
Il modello ondulatorio quantistico si basa sul principio di indeterminazione di Heisenberg (the Uncertainty Priciple) Esso è riuscito a spiegare fenomeni singolari del mondo subatomico, ove le particelle appaiono come onde e viceversa; dove gli elettroni “perdono la loro identità e si modificano a seconda di chi li osserva”; dove un singolo fotone talvolta sembra essere in due luoghi diversi “contemporaneamente”. In realtà una particella “elettrone” o “fotone” non esiste in un punto preciso dello spazio , ma conduce una sorta di esistenza solo potenziale, dispersa nello spazio stesso in una distribuzione di probabilità, e acquista una posizione precisa solo in virtù di una accuratissima misurazione. Questo si collega allo shiatsu guidandoci in una modalità di approccio al meridiano, di cui comprendiamo una natura “più segreta”, davvero in grado di veicolare il movimento in vita. Non cerchiamo il meridiano come linea disegnata sulla mappa, ma ci poniamo come strumento di ricezione della sua espressione, della sua frequenza energetica. E se nella visione detta “deterministica” un certo meridiano non può che essere sempre lo stesso, con questo approccio possiamo accogliere tutte le variazioni soggettive di localizzazione e qualità, risposta alla vita stessa. D’altra parte la percezione stessa è condizionata da parametri che la rendono soggettiva: la postura che assumiamo premendo seleziona il range di frequenze di vibrazioni percepibili, quindi condiziona l’esperienza percettiva stessa. In questo senso il meridiano è definibile come movimento vitale, o onda definita da parametri vibrazionali quali la sua ampiezza (amplitude) e la sua frequenza. In fisica teorica alle particelle come l’ elettrone viene associata una natura ondulatoria descrivibile con un ” pacchetto d’onda“.
“Un pacchetto d’onda corrisponde ad una particella localizzata in una regione X”
Essa fornisce la varietà di caratteristiche dell’elettrone stesso e la possibilità di una sua individuazione in un certo spazio/ tempo. Usando un modello simile nello shiatsu parliamo di probabilità di presenza di un “onda meridiano” che ha caratteristiche spazio-temporali variabili. Usando un “pacchetto d’onda” come “rappresentazione quantistica” di un meridiano, ne abbiamo schematicamente rappresentato 2 caratteristiche-base:
1) le diverse frequenze di vibrazione ( collegate ai diversi livelli di espressione del meridiano/funzione vitale );
2) la non possibile precisa localizzazione spaziale( intrinseca in un modello ondulatorio stesso )
In questo tipo di approccio oltre allo spazio anche il tempo diviene un eufemismo: tutto è, presente nel campo eterico. Non è esperienza rara poter percepire una manifestazione sintomatica non ancora somatizzata, ma comunque già presente nel campo eterico del ricevente, su livelli di espressione non fisici. Poter lavorare su tutto il range di manifestazione del meridiano a quel punto permette da un lato alla persona trattata di cogliere il significato di questa manifestazione come possibilità di cambiamento ed allo shiatsuka di agire l’aspetto preventivo proprio dello shiatsu più autentico. Non sempre tutto risulta chiaro, ma non è necessario capire tutto subito. Spesso tra l’inizio e la fine di una seduta shiatsu avvengono così tanti scambi di informazioni, su livelli così diversi, che sarebbe arrogante pensare di avere un quadro completo in breve tempo.
E’ l’esperienza stessa che ci cambia, ci “affina”.
Non potevo sapere, prima di trattare un mio cliente che il suo mal di schiena era “solo” paura di affrontare quel concerto e “risonanza” con un episodio traumatico di 20 anni prima. Non ho fino in fondo compreso la presenza nel campo eterico di una qualità di vibrazione molto speciale, associata al meridiano di Maestro del Cuore, se non come l’ardore di un fuoco attaccato alla vita che si proteggeva disperatamente dalle aggressioni. Davanti a situazioni come queste mi riconosco parte di un processo che va ben oltre me e cerco di riportare al receiver il messaggio, trovando le parole più opportune.
Mi sento un essere privilegiato, quasi potessi con infantile stupore esplorare l’intero creato guardando dentro ogni essere vivente.
Queste esperienze percettive sono ben comprensibili se usiamo un modello di campo eterico, con diverse frequenze di vibrazione (vedi articolo di Clifford Andrews pubblicato sul numero 78, estate2001, Shiatsu Society News) che risuonando producono fenomeni svariati (percepibili dallo shiatsuka) e risultati terapeutici (percorso di autoguarigione). Trovo personalmente molto valida la possibilità di definire lo shiatsu “un’esperienza soggettiva ” perché ritengo non abbia alcun senso ricercare “Verità”, “parametri assoluti” che definiscano quella seduta, quel receiver. Sostenuta dal modello quantistico ove osservatore e osservato definiscono il risultato di un determinato esperimento, mi sento di dire che c’è valore, ricchezza, umiltà ed onestà nell’essere presenti e parte dell’evento. Senza giudizio, testimoni, suggeritori, amplificatori di messaggi presenti e possibilità future. Progetto di ricerca: Per il prossimo futuro ho un progetto ambizioso : la raccolta di dati empirici delle frequenze di vibrazione dei 12 meridiani di Masunaga, utilizzando come modello lo spettro di emissione degli elettroni che ruotano attorno ai nuclei dei diversi atomi. In altre parole ritengo di trovarmi di fronte a bande di frequenza che corrispondono per ogni meridiano ai diversi livelli di espressione del meridiano stesso (fisico, emotivo, mentale, spirituale). Si tratta quindi di una serie discontinua di valori che rappresentano differenti manifestazioni d associate a ciascun meridiano. Avrò al mio fianco un gruppo di operatori shiatsu e la preziosa collaborazione di amici fisici dell’ Istituto Nazionale di Fisica Nucleare presso le Università di Milano e di Pavia. Concludo citando una frase contenuta in Quantum Self, interessante libro di Danah Zohar:
” The full nature of this quantum indeterminism goes straight to the heart of the central philosophical problem raised by quantum mechanics – the nature of reality itself”
Ovvero:
“La natura di questo indeterminismo quantistico ci conduce direttamente al problema filosofico che alberga nel cuore della meccanica quantistica- la natura della realtà stessa “
E andando ancora oltre, con l’uso del libero arbitrio ,qual è oggi l’ influenza dell’uomo sulla Natura, ora che le leggi naturali non sono forse più il codice dominante….?